La necessità ontologica dei cigni neri

La riflessione sull’errore e sull’intelligenza artificiale ci porta a una comprensione profonda della condizione umana. L’errore non è solo un incidente nel processo di apprendimento, ma una manifestazione della nostra finitezza. leggi l'articolo completo su www.stultiferanavis.it

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Keren Ponzo

3/18/20251 min read

Lerrore è una componente inscindibile dell’esperienza umana. La sua centralità non è solo epistemologica, ma ontologica: l’essere umano è ontologicamente esposto all’errore, alla finitezza, alla possibilità di non sapere, di non comprendere, di fallire. In questo senso, l’errore non è una mera deviazione dal giusto, ma un passaggio necessario e fondante nella crescita individuale e collettiva.

Tuttavia, con l’avanzare delle tecnologie digitali e l’integrazione sempre più pervasiva dell’intelligenza artificiale (AI) nel nostro quotidiano, il ruolo dell’errore nell’apprendimento umano si trova messo in discussione. Se l’AI, in quanto sistema basato su algoritmi e modelli predittivi, ha la capacità di eliminare o correggere l’errore, che cosa accade alla formazione dell’individuo in un contesto in cui l’errore viene “rimosso” dal processo di apprendimento? E quale spazio rimane per lo sviluppo della zona di sviluppo prossimale, se l’AI tende a ridurre la distanza tra ciò che l’individuo sa e ciò che può fare, anticipando la risposta corretta?

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