La filosofia come strumento di crescita
Scopri come la filosofia può aiutarti a sviluppare il pensiero critico e a migliorare i tuoi rapporti personali e professionali.
CRESCITA PERSONALE
Keren Ponzo
2/19/20243 min read
“Domenica 13 dicembre 1992, Place de la Bastille, verso le undici. I caffè si sono riempiti a poco a poco. In uno di questi una trentina di persone, sistemate ai tavolini disposti a rettangolo, sorseggiano tranquillamente la consumazione, finché qualcuno lancia:
« La violenza è propria dell'uomo o si trova in tutta la natura? ». È un buon tema. E di questo si parlerà per ben due ore. Perché la posta è alta: si tratta niente meno che di sapere se l'uomo può sfuggire alla fatalità della violenza che caratterizza i rapporti coi suoi simili.” Così Marc Sautet, docente di filosofia e “stimato traduttore di Nietzsche”, scrive nella prefazione del suo libro intitolato Socrate al caffè partendo proprio dall’esperienza pratica della filosofia, o, se si preferisce, da un’esperienza di filosofia pratica, cercando di fornire strumenti per comprendere cosa è filosofia e perché deve interessarci.a Una volta un bambino di dieci anni ha detto che il filosofo è un “uomo che passa le sue giornate a pensare” e un altro “è chi cerca risposte per tutti”. La seconda risposta lì per lì era sembrata a tutti più plausibile: il “per tutti” era confortante, ma soprattutto la prima immagine, che nella forma completa prevedeva anche la barba e una poltrona, aveva, in un colpo solo, discriminato le bambine, e dunque le donne, che si erano sentite escluse da quel mondo, e dato l’idea che fare il filosofo doveva essere noioso e molto faticoso. Il mondo del filosofo era un mondo abitato solo dal pensiero, fatto di silenzi, di domande e di risposte, statico: quanti di noi lo hanno pensato almeno una volta?
Quanti di noi hanno pensato che il filosofo, e quindi la filosofia, deve offrire risposte? Il suo lavoro è quello, del resto. O no? No! Utilizzando le parole di Sautet: “Filosofare è per prima cosa, ascoltare. Il filosofo non è colui che dispone di una risposta a tutte le domande. È piuttosto colui che si incuriosisce delle risposte già date, sia di quelle predominanti che delle loro rivali. È colui che interroga, colui che, stricto sensu, rimette in questione quelle che vengono considerate soluzioni. A dire il vero se esercita seriamente la sua arte, deve prima rimanere in ascolto di ciò che si dice. (…) Mette in dubbio quel che sembra evidente, indubitabile, o che si afferma come più competitivo, che ostenta superiorità su l'opinione dominante, sulla scelta più comune.” Nietzsche diceva: “Non è il dubbio, ma la certezza a renderci folli”. E allora si dubiti, ci si interroghi e non si abbia paura di trovare ciò che non si pensava possibile. Per farlo dobbiamo rompere i nodi del nostro sapere, effettivo o supposto che sia: dobbiamo liberarci, fare pulizia, prendere le distanze dal nostro consueto pensiero: “dobbiamo diventare stranieri, qualcuno di estraneo a noi stessi”. Potremmo citare Socrate, Hegel, Heidegger, oppure pensare a partire da noi, con noi, oltre noi stessi. L'oltre ci pone immediatamente l’urgenza di pensare un come, un come riuscire: l’oltre ci pone immediatamente davanti l’altro, l’altro da me. E allora tutto si chiarifica, le distanze che si prendono assumono un nuovo senso, orizzonti inesplorati divengono familiari. L'altro ci permette di esplorare nuovi mondi, nuove domande, possibili nuovi dubbi si affacciano e il pensiero, prima ridotto a una fissità asfissiante, inizia a respirare, e respirare. Con l’altro posso sentire i miei pensieri mutare, crescere, esplorare nuovi orizzonti di senso; posso ascoltare i suoi, ritenerli o lasciarli: posso diventare altro, cambiare, pur rimanendo sempre me stesso. La filosofia, dunque, pur rimanendo “una cosa pensierosa" conquista la dimensione del noi, diviene pensare con, diviene fare filosofia. E conquista la dimensione pratica, aristotelicamente detta, la dimensione della ricerca della verità, che non è la mia, ma può essere data solo dal confronto, dalla ricerca insieme.
Opere consultate
M. Sautet, Socrate al caffè, ed. Tea, 2007
Laboratorio di filosofia in una scuola elementare di Padova nel 2015
Oscar Brenifier, Filosofare come Socrate, ed. Ipoc, 2015, p.11
A.R. Nutarelli, W.Plini, La filosofia è una cosa pensierosa, Morlacchi Editore, 2005
M. Foucault, Le parole e le cose, ed. Bur, 2020
cfr. M. Lipman, Educare al pensiero, ed. Vitaepensiero, 2003: unico modo per raggiungere l’eccellenza (Spinoza sosteneva che è difficile quanto rara) è sviluppare la componente riflessiva nei giovani. “Il pensiero è eccellente quando si conforma alle rigorose leggi della razionalità (pensiero critico); lo è anche quando conserva e sviluppa lo stupore della scoperta, utilizzando appieno la forza dell’immaginazione (pensiero creativo); e quando non teme, ma riconosce la potenza delle emozioni che influenzano ogni scelta, decisione e giudizio (pensiero caring). Per nutrire e affinare il pensiero Lipman auspica, tra l’altro, che l’insegnamento della filosofia sia esteso a tutti gli ordini scolastici, non solo perché esso orienta a scoprire la multidimensionalità intrinseca al pensiero stesso, ma anche perché addestra a esercitarla in un contesto comunitario, imponendo il confronto tra le proprie e le altrui conquiste, i propri e gli altrui errori.”
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