L'Ape blu.
Conosciamo qualche ape blu? Come si comportano?
AZIENDE
Keren Ponzo
7/28/20251 min leggere


L’ape blu non ha un profilo LinkedIn. Eppure lavora.
Non è inserita in nessun team, non partecipa a call settimanali, non segue un piano triennale di obiettivi. Non c’è un HR che l’abbia mai valutata. Vive ai margini, scava il legno morto, impollina fiori complicati. Nessuna KPI. Nessun badge. Eppure, tiene insieme interi ecosistemi.
La Xylocopa violacea è un’ape solitaria. Non produce miele, non ha una regina, non partecipa all’ideologia della cooperazione forzata.
Lavora in autonomia, senza chiedere riconoscimenti.
Non è scalabile. Non è esportabile. Non è utile all’agroindustria.
Fa solo ciò che deve essere fatto. E lo fa bene.
Nel nostro tempo, dove ogni gesto deve essere visibile, performativo, brandizzato, l’ape blu è un’intollerabile deviazione. Non comunica i suoi traguardi, non racconta la sua purpose, non fa networking.
Eppure, rigenera la vita.
E lo fa proprio perché non è inserita nel ciclo produttivo del valore.
C’è qualcosa di profondamente sovversivo in questa forma di esistenza.
Un agire che non cerca né approvazione né potere. Che si sottrae alla logica dell’ottimizzazione, e proprio per questo riapre un orizzonte di senso.
Spinoza l’avrebbe amata. Weil probabilmente ci avrebbe scritto un trattato. Noi, invece, la ignoriamo. Troppo scura, troppo grossa, troppo poco rassicurante.
E forse proprio per questo necessaria.
Viviamo in una società dove essere visti ha sostituito l’essere. Dove l’invisibile è considerato irrilevante.
Eppure, l’ape blu lavora. In silenzio. Nella fessura. Contro il rumore.
Ogni tanto, quando pensi che qualcuno non stia contribuendo abbastanza nel tuo gruppo di lavoro, chiediti se non sia un’ape blu.
Non fa rumore, ma senza di lei, qualcosa non fiorisce. 🌱🐝